La mostra Arcimboldo, in allestimento a Milano fino al 22 maggio 2011 a Palazzo Reale, è divisa in nove sezioni ed introduce il pubblico nella Milano del Cinquecento, in un percorso affascinante tra disegni, pittura e preziosi oggetti usciti dalle officine artigianali milanesi, all’epoca molto rinomate per la qualità e l’eccellenza dei propri manufatti artistici.
Le prime due sezioni sono dedicate all’analisi dei poli principali attorno ai quali ruota la cultura artistica milanese dell’epoca: da un lato il genio leonardesco, dall’altro le grandi officine artistiche milanesi. Si può ammirare quindi una scelta di disegni di Leonardo provenienti dalla Pinacoteca Ambrosiana, da Venezia e da Vienna, accompagnati da disegni e dipinti di seguaci come Girolamo Della Porta, Bernardino Luini, Giovanni Antonio De Predis, Cesare da Sesto, Francesco Melzi, Giovanni Paolo Lomazzo e Giovanni Ambrogio Figino.
Milano fu senza dubbio, alla metà del Cinquecento, il più importante centro per la produzione di oggetti di lusso realizzati in oro e argento combinati con cristalli di rocca, pietre preziose e pietre dure e perfino conchiglie rare, destinati alle grandi corti europee. Nella seconda sezione, dedicata alle arti suntuarie, l’occhio sarà catturato da stupendi vasi, scudi, armi e armature, tessuti raffinati, libri, medaglie, sculture, stampe, tutte opere di artisti e artigiani milanesi provenienti principalmente da Vienna.
Ma è nella terza sezione che entriamo nel vivo della mostra: si intitola Arcimboldo a Milano e presenta le opere giovanili di Arcimboldo e dei suoi maestri, tra cui le vetrate per il Duomo di Milano, realizzate su disegni di Arcimboldo e del padre Biagio; i disegni per il Gonfalone di Sant’Ambrogio, attribuiti a Giuseppe Arcimboldo e a Giuseppe Meda; l’arazzo con il Transito della Vergine (1561-1562) di Giovanni Karcher su cartone di Arcimboldo proveniente dal Duomo di Como.
La sezione successiva è dedicata all’illustrazione naturalistica in Italia e in Lombardia. Con la scoperta dell’America, infatti, specie rare di animali e vegetali furono importate in Europa e di queste straordinarie rarità veniva eseguito subito un “ritratto” dal vivo poi copiato e inviato a regnanti, scienziati e appassionati collezionisti. Il ruolo di Arcimboldo come illustratore di animali, uccelli e probabilmente anche di piante e fiori viene correttamente collocato nell’ampio contesto delle scienze naturali.
Si entra a questo punto nel cuore della mostra con le più spettacolari Teste Composte di Arcimboldo (Stagioni ed Elementi), dipinte in più varianti a partire dal 1563. Le intricate composizione di fiori, frutti e animali celano un complesso significato allegorico, legato alle vicende e alle aspirazioni universalistiche della dinastia asburgica (ricordiamo infatti che Arcimboldo viene chiamato nel 1562 da Massimiliano II d’Asburgo a lavorare alla corte imperiale di Vienna).
Segue la sezione sulla pittura ridicola, con disegni strepitosi di figure grottesche di Francesco Melzi (copie da Leonardo), Vincenzo Campi, Giovanni Paolo Lomazzo, Camillo Procaccini e due dipinti di Arcimboldo provenienti da Stoccolma: Il bibliotecario e Il giurista.
Arcimboldo svolse inoltre un’intensa attività di inventore, animatore e regista di feste e tornei, contribuendo allo sviluppo della pittura di corte con l’invenzione di prodigiosi attrezzi e strabilianti mascherate. Con questa settima sezione si entra nel mondo sfavillante delle feste di corte con una straordinaria raccolta di bellissimi disegni di Arcimboldo provenienti dagli Uffizi.
L’ottava sezione si concentra sul ritorno di Arcimboldo a Milano e si apre con un Autoritratto del maestro del 1587 proveniente da Palazzo Rosso a Genova. Questa sezione riunisce libricini e raccolte di poesia composti dagli amici poeti e letterati intorno alle pitture inviate a Rodolfo, fra le quali il celeberrimo Vertumno (Ritratto di Rodolfo II) del Castello di Skokloster. Fra questi testi figurano le opere in latino, in volgare e in dialetto di Gherardini, Borgogni e di un poeta che si firma G.A. da Milano (non sarà per caso Giuseppe Arcimboldo?)
Chiude la mostra la sezione sulle teste reversibili e la natura morta, con alcuni capolavori assoluti di Arcimboldo come L’ortolano e Testa reversibile con canestra di frutta, da cui Caravaggio avrebbe preso ispirazione per la natura morta più celebre della storia dell’arte: La canestra di frutta della Pinacoteca Ambrosiana. L’ultimo dipinto è Le quattro stagioni in una testa, scoperto recentemente durante la preparazione della mostra di Parigi e Vienna (2007-2008) e acquistato in occasione della mostra di Washington dalla National Gallery of Art.
Qualche informazione utile:
Luogo:
Palazzo Reale
Piazza Duomo 12
20121 Milano (Calcola il Percorso per sapere come raggiungere questo indirizzo)
Orari:
tutti i giorni dalle 9:30 alle 19:30; giovedì e sabato dalle 9:30 alle 22:30; lunedì dalle 14:30 alle 19:30
Costo del biglietto:
Intero € 9,00; ridotto € 7,50; scuole € 4,50
Per informazioni:
02.92800375
Per maggiori informazioni potete visitare il sito di Palazzo Reale all’indirizzo www.comune.milano.it/palazzoreale.