A Milano c’è una statua di cui pochi fra i milanesi di ultima generazione sospettano l’esistenza: El Signurun de Milan, espressione meneghino-confidenziale per indicare una grande statua del Cristo Redentore, posta su una terrazza alla biforcazione tra due strade in Via San Dionigi 6, in zona Corvetto. È un monumento piuttosto misterioso: nessuno conosce esattamente la data della sua costruzione, né chi ne sia l’artefice. La sua collocazione è altrettanto particolare. La terrazza dell’edificio, una vecchia casa a lungo disabitata, ha la forma di un cuneo di cui la statua occupa la punta, dando l’impressione che il Cristo si erga sulla prua di una nave in un gesto benedicente. Una leggenda vuole che l’effigie fosse miracolosamente comparsa dalle acque della Roggia Vettabbia, che un tempo
occupava la via. Fino a due secoli fa (o forse tre?) la statua salutava i pellegrini che si recavano all’Abbazia di Chiaravalle, dando il benvenuto in città ai viandanti che ne tornavano. Oggi El Signurun del Milan si presenta, ahimè, monco di una mano, troncata da una ruspa durante i lavori di riparazione di un lampione. L’arto non è mai stato ritrovato sebbene non manchino voci secondo le quali sarebbe stato recuperato dai vigili urbani che l’avrebbero consegnata al parroco della vicina chiesa di Michele Arcangelo e S. Rita. Nonostante un restauro giudicato da molti non esattamente felice, la mano non è mai saltata fuori. Qualcuno, ancora oggi, è fedele a questo interessante quanto bistrattato monumento e ai piedi della terrazza non mancano mazzolini di polverosi fiori di plastica e candele votive. È un angolo che vale sicuramente la pena di visitare: la statua, ricordo di una Milano fluviale e devota, sorge in un quartiere piuttosto degradato, esattamente – come ogni cosa che abbia una storia affascinante da raccontare – dove non te l’aspetteresti.