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Delicatessen, l’Alto Adige a Milano

Volete provare l’autentica cucina altoatesina a Milano? Se strudel, canederli e speck sono nelle vostre corde, il ristorante Delicatessen di viale Tunisia 14 fa al caso vostro. Ci siamo andati a fine settembre per verificare se questo elegante ritrovo mantenesse l’impegnativa promessa di portare l’Alto Adige a Milano.

Ebbene l’ha mantenuta e superata – chi scrive ha trascorso una decina d’anni in vacanza da quelle parti e sa distinguere una pretesa da una realtà. Interni in stile sud tirolese rivisitato in chiave design ma senza perdere calore. Colori pacati, atmosfera intima. Tavoli con ottima spaziatura, apparecchiati con eleganza. Candele, legno e ornamenti in linea con la tradizione altoatesina.

Personale gentilissimo e preparato. I piatti? Come antipasto abbiamo scelto il tagliere di salumi, che quando arriva appare quasi minuto ma che oltre alla qualità rivela anche una notevole densità. Per accompagnare speck, salamini e formaggi, un cestino di pani diversi, alcuni ai semi, altri alla pasta di bretzel, altri bianchi come i panini della nonna di Heidi (di Clara, cioè). Tutti freschissimi.

Come primo i classici canederli – impeccabili – e come secondo un filetto di manzo al fieno in salsa di vino con porcini, piuttosto indimenticabile. Come vino, nonostante il secondo di carne abbiamo optato per una bottiglia di Gewürztraminer del 2013, dai profumi intensi e l’alta gradazione – 14° di cui ci si è resi conto solo al secondo bicchiere, a testimonianza dell’equilibrio di un vino che prima di ghermirti nel suo tenore alcolico, ti seduce con splendidi aromi senza innervosire il palato.

Ormai sazi ma non imbelli siamo passati al dessert, frittelle di mela con crema e panna: un impercettibile prodigio di croccantezza ed equilibrio tra l’acidulo della mela e il dolce-salato della frittura. Il conto è stato in linea con la qualità della cucina, del servizio e dell’ambiente, ma non più alto di quanto ci si aspetterebbe tutto considerato. Da provare, insomma!

Una piccola raccomandazione: non lasciatevi fuorviare dal cervo dorato a grandezza naturale che staziona di fronte all’entrata del ristorante. E’ l’unica concessione a un kitsch che non troverete all’interno, né negli arredi né tantomeno sul menu.

Ombretta

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Ombretta
Tags: cucina dell'Alto AdigeDelicatessenInEvidenza4

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