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Fascino anni ’30 a Villa Necchi Campiglio

Appena dietro Piazza San Babila, al n.14 della tranquilla Via Mozart, c’è un edificio che racconta una Milano scomparsa e bellissima. Stiamo parlando di Villa Necchi Campiglio, gioiello degli anni Trenta recentemente restaurato dal FAI. L’edificio è stato abitato fino al 2001 da una delle due proprietarie, le sorelle Gigina e Nedda Necchi, eredi della celebre casa di macchine per cucire.

Villa Necchi Campiglio, veranda © Giorgio Majno

Realizzata da Piero Portaluppi tra il 1932 e il 1935, ritoccata negli interni da Tommaso Buzzi dopo la guerra, la villa è oggi una stupenda casa-museo interamente visitabile, sede di mostre ed eventi culturali. Gli esterni eleganti e modernissimi, così come gli interni, divisi tra sale di rappresentanza, spazi ricreativi e camere per la servitù, riflettono il mondo opulento ma funzionale dell’alta borghesia industriale lombarda del Novecento.

© Giorgio Majno

Ascensore, portavivande, citofoni interni, casseforti e caveau murati, armadi a scomparsa, palestra, sale per proiezioni, spogliatoio e docce per la piscina, bagni monumentali dotati di ogni comfort: tutto nella villa è progettato all’insegna della praticità e dell’agiatezza. Tra collezioni d’arte e oggetti d’uso quotidiano, Villa Necchi è stata anche scelta come set per il film di Luca Guadagnino “Io sono l’amore” (2009), con Tilda Swinton come protagonista.

Una tappa irrinunciabile per chi ama Milano: anche sedere nel giardino in attesa del proprio turno d’ingresso, al riparo delle magnolie davanti al riverbero azzurro della piscina, è un’attività estetica indimenticabile.

Ombretta

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Tags: architettura anni Trentacasa-museoFAIInEvidenza4Luca GuadagninoMacchine da cucire NecchiPiero PortaluppiTilda SwintonTommaso BuzziVilla Necchi Campiglio

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